Isole Tremiti (provincia di Foggia) - geografia

Isole Tremiti (provincia di Foggia)

Localizzazione.
L'arcipelago delle isole Tremiti è composto da tre isole (San Domino, San Nicola, Capraia), un isolotto (Cretaccio) ed alcuni scogli. E' collocato a 12 miglia marine al largo della costa settentrionale del Gargano, a livello del lago di Lesina. E' un concentrato di bellezze naturali e di storia, sospeso sul mare azzurro e limpido dell'Adriatico.
Veduta aerea delle Tremiti. Le isole Tremiti sono raggiungibili; via mare da Rodi, Peschici, Vieste e Manfredonia (FG) e da Termoli (CB), con l'elicottero da Foggia. La storia.
Furono abitate sin dal neolitico. Il loro antico nome era "Insulae Diomedeae", dall'eroe greco Diomede, che qui approdò e vi trovò sepoltura. La leggenda vuole che Afrodite trasformò i suoi compagni in "diomedee", rari uccelli di mare della famiglia delle procellarie che nidificano sui calcari di S. Domino. Qui morì esule Giulia, nipote di Cesare Augusto, Carlo Magno vi mandò in esilio Paolo Diacono. Carta storica delle isole Tremiti, 1725. Il nome "Tremitis" compare per la prima volta nella cartografia medievale.
Nel 1045 alcuni monaci Benedettini di Montecassino eressero un monastero intorno alla chiesa dedicata a Santa Maria del Mare. In breve tempo l'abbazia estese i suoi possedimenti, con dipendenze che andavano dall'Abruzzo alla terra di Bari. In epoca federiciana conobbe un periodo di decadenza. Nel XIII sec., dopo un inchiesta per irregolarità disposta dal Papa e condotta dal Vescovo di Dragonara, l'abbazia fu ceduta ai monaci Cistercensi di San Bernardo, che l'ampliarono e fortificarono con l'aiuto del Re Carlo D'Angiò. Dopo la conquista e spoliazione ad opera dei pirati essa rimase abbandonata per lungo tempo. All'inizio del sec. XV Papa Gregorio XII la diede ai Canonici Regolari Lateranensi, che la restaurarono in ricco stile rinascimentale, trasformando l'esterno in una possente fortezza e riportandola all'antico splendore. Nel XVIII sec. l'abbazia fu soppressa e l'isola divenne una colonia penale. Gli abitanti, circa 360 pescatori e contadini, parlano il dialetto partenopeo come discendenti dei Napoletani, che furono deportati, nel 1843, da Re Ferdinando II. Dal 1989 l'arcipelago, d'acque limpide e frastagliata costa ricca di grotte, è riserva naturale marina.