Globalizzazione- intervista immaginaria
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GLOBALIZZAZIONE E SVILUPPO SOSTENIBILE
Oggi si parla sempre più di sviluppo sostenibile, cioè sviluppo continuo, senza diminuzione, duraturo, in poche parole, capace di futuro. Da qualche decennio ci si preoccupa perché la primavera è diventata silenziosa, perché le forme di vita più allietanti e suggestive di questa stagione, come il canto degli uccelli, sono aggredite dall'impiego massiccio di una tecnologia chimica distruttiva. Ci siamo convinti che l'aria che respiriamo nelle nostre città dipende anche dal mantenimento delle foreste fluviali del Congo e dell'Amazzonia, che un battito di ali di una farfalla in Amazzonia può determinare una tempesta in Cina; sappiamo che l'Asia è diventata il paradiso dell'inquinamento, in cui la crescita degli investimenti provenienti dall'estero si realizza in parte in industrie altamente inquinanti. Se consideriamo i danni che l'uomo procura alle generazioni future, oggi è vitale prevenire. Infatti, il migliore modo per risolvere i problemi è non farli nascere. Dovremmo ricordarci che non pioveva il giorno in cui Noè si mise a costruire l'arca, che c'era un sole che spaccava le pietre!
Il rapporto elaborato dalle Nazioni Unite indica con sviluppo sostenibile una modalità dello sviluppo economico mondiale in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri. In questo rapporto delle Nazioni Unite si riscontrano tre concetti chiave: ambiente, futuro ed equità. Si pone, in sostanza, enfasi sui bisogni dei meno avvantaggiati nella società e su un trattamento equo delle generazioni future. Scopriamo in questi giorni che ad ogni primavera un quarto degli alveari francesi perde i suoi abitatori, facendo temere la loro estinzione. Sappiamo che fra le piante selvatiche francesi ventiduemila dipendono per la riproduzione dall'impollinazione delle api.